Una vita - La ragazza in blu - Biblos Monterosi

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Una vita - La ragazza in blu

BIBLIOTECA > Gruppo di lettura > 2013
Una vita

di Guy de Maupassant


La ragazza in blu

di Susan Vreeland



Data: 16 settembre 2013

Presenti: Enzo, Anna Rita, Serenella, Guido, Fabrizio, Caterina, Maria

Titolo libro: Una vita
Autore: Guy de Maupassant

Titolo libro: La ragazza in blu
Autore: Susan Vreeland

Commenti:

Enzo inizia spiegando perché ha proposto la lettura di questo libro di Maupassant. Lo ha amato leggendolo da giovane e lo ama anche adesso: un libro adorabile. Ne propone un giudizio sintetico tratto da un libro di letteratura francese che ne evidenzia i rapporti con il verismo, il naturalismo, il positivismo e i romanticismo. Una vita… quale vita? Quella di una persona, Jeanne, esaminata nei minimi dettagli. Una vita così vera e di una verità così mediocre, così come innumerevoli vite. Anna Rita trova il libro molto moderno, nonostante l’epoca in cui è stato scritto. Per questo motivo le ha comunicato molta tristezza. Questa vita è un susseguirsi di delusioni. Le ha lasciato l’amaro in bocca, però è scritto benissimo, rende veramente bene quello che succede.

Anche a Maria il libro è piaciuto. L’hanno colpita alcune cose, soprattutto la descrizione di come piano piano la delusione distrugge il roseo mondo di sogno di Jeanne. Le è molto piaciuta la figura del parroco “bonaccione”. Mette in evidenza la differenza tra il figlio della cameriera e il figlio di Jeanne.

Fabrizio ha trovato le prime pagine del libro particolarmente noiose: troppo lento e troppo ricercato nelle descrizioni, personaggi un po’sbiaditi. Dopo l’episodio della morte della madre il romanzo secondo lui diventa splendido e la lettura coinvolgente. I personaggi sono ben delineati. Ricorda soprattutto quello della zia zitella (Lison). A questo punto si accende una discussione sulle traduzioni: per alcuni i nomi avrebbero dovuto essere mantenuti in francese; non è piaciuta la resa di Lison con Lisona, o con Lisetta). A Fabrizio è piaciuta la conclusione del libro con le parola della domestica Rosalie: la vita non è mai tanto bella o tanto brutta come si crede. Queste parole hanno toccato delle corde particolari legate alla sua esperienza.

Serenella nota che il carattere della protagonista è descritto molto bene come pure il paesaggio della Normandia che lei conosce direttamente. Ben resa è pure la società francese dell’epoca, la piccola nobiltà di campagna in particolare. Per lei l’Autore ha simpatia per i personaggi del padre e della madre della protagonista. Il marito e il figlio invece sono rappresentati come dei miserabili, privi di qualsiasi sensibilità. Nota che i caratteri femminili sono generalmente ben descritti e approfonditi, a differenza dei caratteri maschili.

Caterina ricorda di aver amato questo libro da adolescente, ma oggi lo vede con occhio diverso e non le piace più. I personaggi sono ben delineati, ma c’è troppa insistenza sulla descrizione dei sentimenti. Non le piace soprattutto la protagonista, sognatrice, piagnucolosa, che si lascia assorbire e distruggere dal marito. Non combatte: nasce sconfitta e finisce sconfitta. Le descrizioni poi interrompono troppo frequentemente lo svolgimento del racconto. Troppi i particolari.

Si passa quindi al secondo libro scelto: La ragazza in blu. E’ un libro che è piaciuto a tutti, dopo la lettura de La ragazza dall’orecchino di perla, ispirato proprio a questo romanzo di Susan Vreeland.

Caterina ammira la capacità dell’Autrice di portare il lettore dentro la narrazione offrendo mano a mano delle “chicche” attraverso la storia e i personaggi. Ogni capitolo aggiunge un particolare al precedente. Il lettore non sa come vada a finire ma è coinvolto a ricostruire la storia come un puzzle. Per Caterina il romanzo è bellissimo. La fine, illuminante, fa quadrare il tutto. Colore e sentimento: binomio perfetto.

Serenella concorda in pieno. Nota questi “spaccati” dell’Olanda come piccoli film, molto belli.

Anche Enzo è d’accordo. Nota come il racconto parta dalla disputa sul Vermeer e si sviluppi all’indietro con molta efficacia. Protagonista il colore nelle varie sfumature.

Caterina ricorda che la Chevalier si è ispirata a questo romanzo per il suo libro, ma questo è più bello.

Anche Fabrizio definisce bello questo romanzo, anche dopo aver letto La passione di Artemisia gli aveva lasciato l’impressione che questo non avrebbe potuto essere di pari bellezza. Anche per lui la nota dominante è il colore e condivide la presentazione di copertina che definisce il libro “luminoso”. Ora progetta di leggere “Una vita moderna” sulla storia di Renoir.

Maria è d’accordo su tutto quanto è stato detto. Le è piaciuto l’episodio in cui Vermeer va a trovare il fabbricante di birra che ha comprato i suoi quadri e apprezza che li abbia collocati nella giusta luce.

Ad Anna Rita il libro è piaciuto tanto che lo ha letto due volte. Mette in evidenza il personaggio della figlia Magdalena che vorrebbe emergere nella pittura ma non può perché deve sempre accudire i fratelli.

Serenella nota che l’Autrice non si crogiola nei sentimenti. Le sembra molto moderna in questo.

Enzo ha fatto un piccolo sunto di ogni capitolo. Quello sulle carte messe male di Adrian gli sembra quasi un romanzo a sé. Si è chiesto perché il 7° capitolo s’intitoli “natura morta”. Forse perché il pittore ritrova il suo estro davanti alla figlia, che mette in posa accuratamente con diversi oggetti: la scena della ragazza in blu. La conclusione è lo sguardo di Magdalena.

Per Anna Rita lo sguardo al di là della finestra esprime il desiderio di oltrepassare, di superare ostacoli, restrizioni.
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