Chiaro di donna
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Chiaro di donna
di Romain Gary
Data: 2 ottobre 2017
Presenti: Serenella, Fabrizio, Caterina, Enzo, Maria, Anna Rita, Guido e Marina
Titolo libro: Chiaro di donna
Autore: Romain Gary
Commenti:
Anna Rita riferisce subito l’opinione di Cristina che oggi non ha potuto essere presente:
A Cristina il libro è piaciuto, anche se confessa che le ha suscitato un po’ di ansia, specie nella descrizione
della festa di compleanno in casa dei russi. Ha trovato interessante e molto forte il personaggio di lei,
mentre quello del suo ex marito le è apparso patetico e quasi comico. Michael, il protagonista, che è più
descritto degli altri, in realtà è un po’ sfuggente. Definisce “Chiaro di donna” un romanzo doloroso che
dimostra illusoria l’idea che il rapporto di coppia possa sanare la fragilità del singolo essere umano, la sua
incapacità di vivere.
Anna Rita a sua volta ha trovato il libro non proprio scorrevole, ma, mentre all’inizio era un po’
disorientata, in seguito le è apparso acuto, interessante, tale da sollevare parecchi problemi e spunti di
discussione. Non aveva notato quanto rilevato da Cristina riguardo alla coppia. Si ripropone di rileggerlo. In
sostanza le è piaciuto anche per la forza dei sentimenti che descrive.
Maria, pur condividendo l’opinione di Anna Rita per cui il libro offre molti spunti di riflessione, soprattutto
sui temi della solitudine e sulla paura di invecchiare e di morire, dice che il romanzo non le è piaciuto molto.
Di parere diverso è invece Fabrizio, che, anche se ha trovato l’inizio difficile, dopo trenta pagine ha
cominciato ad entrare nel vissuto dei personaggi, tra i quali emergono alcuni particolarmente disposti ad
aiutare gli altri. Questo è un elemento caratteristico dei personaggi di Gary. Ha riempito di note le
centoventi pagine del libro che lo ha coinvolto e gli è tanto piaciuto.
Serenella, che dice di aver letto molto rapidamente la prima metà del libro per poterlo passare agli altri, ha
trovato l’inizio difficile e un po’ pesante. L’incontro (tra Michel e Lydia) non le è sembrato consolante,
semmai disperante. In conclusione definisce il testo troppo introspettivo.
Caterina ricorda il vecchio film tratto da questo libro, con Yves Montand e Romy Schneider: un filmbellissimo, un idillio. Il libro invece non le è piaciuto, le è parso angosciante, intessuto di finzioni mentali. Un
teatro di marionette un po’ pirandelliano. Sembra che Lydia si sovrapponga a Yannik, l’amore perduto di
Michel. Ci sono tanti vuoti nel libro che dà una sensazione asfissiante, come se il protagonista voglia farsi
del male. Si ha l’impressione che lui si crei sempre alibi, come in Svevo il cui alibi è la scrittura. Non c’è
disperazione, è un alibi. La morte lui la osserva, non ci sono sentimenti: non c’è l’amicizia, non c’è l’amore
che è solo un ricordo. E tutti scappano. In conclusione, dichiara Caterina, il libro non le ha lasciato niente.
A proposito di Pirandello, Enzo osserva che invece di personaggi in cerca di autore, in questo libro c’è un
Autore in cerca di personaggi in cui buttare tutto se stesso. Il corpo del romanzo, di per sé breve e povero
di trama, è costituto quasi interamente dalle conversazioni, spesso lunghi monologhi, che il protagonista
intreccia con i diversi personaggi che incontra nel suo vagabondare con Lydia in vari locali, e che hanno
come tema i rapporti tra uomo e donna, la vita, la morte, il destino. Espedienti recitativi, secondo Enzo, volti a comunicare al lettore, attraverso un discorrere erudito, stilisticamente raffinato, le convinzioni, le
incertezze e le passioni oscillanti dell’Autore. Su tutto questo aleggia, come un fantasma incombente ma
necessario, il riferimento continuo ad una presenza femminile, un “chiaro di donna”. Nonostante le molte
contraddizioni e le asperità della prosa, ricca di ossimori e frequenti anacoluti, il libro è apparso ad Enzo
interessante e gradevole.
Fabrizio considera positiva la vivacità del dibattito su questo romanzo e giudica l’incontro di oggi
particolarmente stimolante.