Il Gattopardo
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Il Gattopardo
di Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Data: 16 maggio 2011
Presenti: Caterina, Enzo, Anna Rita, Cristina, Guido, Serenella
Titolo libro: Il Gattopardo
Autore: Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Commenti:
Fabrizio, oggi assente, ha inviato il suo commento:
Diciamo subito: il romanzo mi è piaciuto moltissimo.
Con una scrittura agile, per niente ripetitiva, riesce a rappresentare, in un
succedersi di immagini a colori, quasi ad anticipare il film di Visconti, l’esaurirsi
di eventi e situazioni all’apparenza immutabili.
Finisce la nobiltà e conseguentemente nasce una forma di nuova borghesia; il
regno borbonico inizia il suo declino, il principe (Fabrizio), si crede simile agli
dei, ma alla fine muore da solo in una stanza di albergo, lontano dalle sue
terre; l’alano Bendicò, bravo a ringhiare all’ipocrisia di Angelica ma che finisce
per essere buttato in un angolo del cortile in attesa del mondezzaio.
Come si è detto, anticipa il film di Visconti, ma anche quanta attualità…
- Cambiare tutto con il preciso scopo di lasciare tutto immutato
- Utilizzare tanti soldi per farsi avanti in politica e comperare voti
- Sposare un Tancredi Falconeri con la prospettiva di avere un posto eminente
nella Sicilia che conta
Dal colloquio tra il principe Fabrizio ed Aimone Chevalley emerge una visione e
un giudizio estremamente negativo sul popolo Siciliano che, non avendo
trascorso lunghi periodi di tempo in Sicilia, non posso giudicare corrispondenti
alla reale natura isolana.
Di contro mi hanno colpito le motivazioni che spingono Fabrizio a rifiutare
l’incarico di senatore. Quanta differenza tra il principe di Machiavelli che aveva
come principio “il fine giustifica i mezzi” ed il principe di Tomasi di Lampedusa
che definisce come requisito essenziale per guidare gli altri la capacità di
ingannare se stessi.
Una ultima nota sul romanzo:
L’ironia con la quale vengono descritte alcune pagine (vedi ad esempio la
rappresentazione di oggetti animati) non riesce a far dimenticare il crescente
trauma vissuto dal principe di Salina nell’assistere alla inesorabile e continua
trasformazione dei vecchi tempi nei nuovi tempi.
Anna Rita dice che non ha potuto finire di leggerlo ma le è piaciuto moltissimo
e intende gustarlo appieno.
Enzo: Dopo tanti anni e tanti commenti, riprendendo e ritrovando quelle
pagine, ci si accorge che personaggi e situazioni sono attuali; rileggere questo
capolavoro è un godimento. I vari personaggi fanno da contorno alla figura del
principe e rappresentano tanti tipi sempre veri, ascoltati comunque dal
Gattopardo con tutti i loro discorsi.
Cristina: L’ha letto per la terza volta. Per lei è l’unico libro a cui non si riesce a
trovare un difetto. Il Principe è comunque un personaggio sempre positivo; si
trova in una situazione inevitabile, vive la storia con un gran senso di
umorismo raffinato. Le è piaciuta più di tutte la figura del Principe: c’è alterigia
nel personaggio, ma non disprezzo per gli altri.
Caterina: A parte la grandezza del personaggio, la ha colpita la doppia faccia
garibaldina, nel senso storico. La capacità dell’Autore di rappresentare
l’ambiguità di questo momento storico.
Il principe è l’archetipo del “buon mafioso”, di colui che si proponeva di fare il
bene del popolo senza mutare l’ordine del momento. Don Fabrizio è capace di
adeguarsi alle circostanze (incontro col re) pur non condividendo la situazione.
Serenella: Bellissimo!
E’ il giudizio di tutti.