A un cerbiatto somiglia il mio amore
BIBLIOTECA > Gruppo di lettura > 2011
A un cerbiatto somiglia il mio amore
di David Grossman
Data: 19 settembre 2011
Presenti: Caterina, Serenella, Enzo, Fabrizio, Cristina, Anna Rita, Guido
Titolo libro: A un cerbiatto somiglia il mio amore
Autore: David Grossman
Commenti:
Fabrizio esordisce dichiarando di essere molto contento di aver proposto
questo libro, perché aveva iniziato a leggere l’altro romanzo di Grossman: Che
tu sia per me il coltello, ma non era riuscito a finirlo. C’era quindi qualcosa in
sospeso. Questa volta l’ha finito, nonostante sia un libro difficile, e l’ha trovato
bello. Originale la situazione della madre che cerca di esorcizzare la paura per
la possibile morte del figlio ( ricorda alcuni film di Bergman), elegante nel
corteggiamento dei due, straordinaria la situazione dei due protagonisti
maschili; belle le descrizioni pittoriche del paesaggio e di alcuni personaggi.
Interessante anche la descrizione della vita condizionata dalla guerra.
Anna Rita è stata colpita da come la guerra stravolga la vita di tutti tenendoli
in un’ansia costante. Le scene ambientate nel buio del coprifuoco sono
significative. Il libro le è piaciuto molto anche per queste situazioni particolari.
Cristina ha apprezzato molto la capacità quasi femminile di Grossman di
approfondire la psicologia delle donne. L’ha molto colpita la parte della vita
nell’ospedale. Anche la descrizione di Israele e le immagini del paese in guerra.
Il libro è scritto molto bene, come tutti quelli di Grossman.
Enzo, al contrario di Fabrizio, aveva apprezzato di più l’altro libro. Questo l’ha
trovato troppo lungo e pesante. Concorda nell’analisi positiva del modo di
scrivere dell’Autore. Personalmente, ha diviso il libro in quattro parti: la prima,
dell’ospedale, era noiosa; poi l’interruzione improvvisa di trent’anni circa, dava
il via al vero romanzo, che gli era piaciuto. La descrizione del viaggio, un
vagabondare che gli è sembrato inutile, ha fatto sì che lasciasse il libro per un
po’. Poi, per curiosità, ha ripreso la lettura, che nell’insieme l’ha lasciato
perplesso specie per l’andirivieni di persone e l’accavallarsi di fatti.
Caterina definisce il libro intrigante, perché secondo lei il suo scopo è di
fermare la scrittura come storia. E’ stato molto faticoso, ma questo libro tenta
di far rivivere i sentimenti, di far sì che qualcosa rimanga. Il vero protagonista
è la guerra, non i personaggi; lo scopo è che resti qualcosa nella scrittura della
realtà. Ci sono tanti nodi irrisolti, però è un libro che non permette di lasciarlo.
Non è la narrazione che interessa, ma la scrittura in sé. E’ un lavoro di
situazioni.
Serenella osserva che è scritto molto bene, anche se lungo. L’indagine
psicologica è molto raffinata, è anche interessante l’andirivieni tra eventi del
presente e del passato. Buon modo di far capire l’atmosfera della guerra.