Il gioco segreto del tempo - Biblos Monterosi

Vai ai contenuti

Il gioco segreto del tempo

BIBLIOTECA > Gruppo di lettura > 2013
Il gioco segreto del tempo

di Paloma Sanchez Garnica

Data: 21 ottobre 2013

Presenti: Guido, Fabrizio, Maria, Caterina, Serenella, Anna Rita, Enzo, Marina

Titolo libro: Il gioco segreto del tempo

Autore: Paloma Sanchez Garnica

Commenti:

Fabrizio dice di essere stato un po’ prevenuto al momento di leggere questo libro, in quanto aveva letto precedentemente “E l’eco rispose”, che utilizza la stessa tecnica narrativa, (come del resto anche “La solitudine dei numeri primi”) e non si aspettava gran che. Però l’ha incuriosito il fatto delle vecchie fotografie: a lui piace andarne in cerca nei mercatini, e possiede una vecchia foto del padre che partiva (o tornava) dalla guerra di Spagna e inoltratosi nella lettura, rapida e agevole, nonostante la mole del testo, ha apprezzato la trama, il mistero, i personaggi. Soprattutto la figura di Teresa, bellissima, che mantiene sempre la sua dignità. Lo ha colpito la ricostruzione del clima di paura di quegli anni in Spagna e la descrizione dei sentimenti.

Maria condivide il giudizio di Fabrizio, aggiunge che nella crudeltà della famiglia di lei, risalta il legame di amicizia con Mercedes.

Caterina sottolinea la capacità dell’Autrice di inserire la fantasia anche in questo climna di tensione e di paura.

Serenella mette in evidenza la posizione dell’Autrice nei fatti e situazioni che descrive: non si schiera con una parte (cosa rarissima), non esprime alcun risentimento o livore. La colpisce che il romanzo faccia emergere chiaramente come fino a poco tempo fa c’era la convinzione che le donne fossero esseri inferiori.

Anna Rita è d’accordo con le opinioni espresse e definisce il libro bellissimo. Per lei la protagonista del libro è la guerra.

Caterina sostiene invece che protagonista è la scrittura. Il romanzo è bellissimo, ma al centro è la vita, che si ferma nella fotografia: qui il vissuto, il dramma, la forzatura della realtà, obbligano alla ricerca, ma tutto rimane lì. E’ la scrittura che ha il compito di rendere immortale la vita, di superare la frammentarietà del tempo. In questo senso il libro è più profondo di “E l’eco rispose”: c’è l’idea del grande romanzo in continua evoluzione attraverso i pensieri di chi lo scriverà.

Guido dice che c’è un legame irrisolto che l’Autrice tenta di sciogliere con questa tomba un po’ surreale. E’ risolto realmente in Cristo.

Serenella dice che non conosceva tutta la storia della guerra civile spagnola. E’ triste. Totale insicurezza e angoscia. Risalta la tenacia della protagonista, Teresa.

Ad Enzo il libro ha ricordato “1914” di Solgenitzin. E’ un’opera bellissima, costruita con sapiente equilibrio, che non fa pesare il continuo alternarsi degli scenari spaziali e temporali, ma attrae il lettore che partecipa con emozione sia alle vicende dei personaggi che alla valorosa “ricerca” del narratore. Tema ricorrente: le “tre ferite” della poesia spesso citata di Miguel Hernandez: “Amore, vita, morte”. Sentimenti che stanno sempre al fondo dell’anima spagnola, al fondo della sua storia e della sua arte, e tanto più in quella guerra che sembra aver lasciato tracce profonde negli animi, ferite che forse non si sono ancora rimarginate. Lo stile è gradevolissimo, forse anche grazie ad un’ottima traduzione.

Tutti risultano d’accordo e ringraziano Maria per aver proposto questa lettura.
Torna ai contenuti