Il postino di Neruda
BIBLIOTECA > Gruppo di lettura > 2016
Il postino di Neruda
di Antonio Skàrmeta
Data: 15 febbraio 2016
Presenti: Guido, Caterina, Serenella, Fabrizio, Maria, Cristina, Anna Rita, Enzo, Francesca, Marina
Titolo libro: Il postino di Neruda
Autore: Antonio Skàrmeta
Commenti:
E’ presente anche la scrittrice Tiziana La Verde che presenta al gruppo il suo libro “Tutte le cose”. Legge uno
dei racconti brevi del libro che viene gradito da tutti i presenti.
Sul testo di Skàrmeta parla per primo Fabrizio che dice di aver letto molto facilmente il romanzo che gli è
piaciuto anche più del film. E’ divertente e poetico. Geniale secondo lui la trovata per cui Mario, il
pescatore che si è trasformato in postino per un’unica persona, doveva registrare i suoni dell’isola per
Neruda lontano. Interessante la frase per cui la poesia non è di chi la scrive ma di chi la usa. Anche
l’espressione: lasciare che le parole si sciolgano gli è sembrata suggestiva.
Per Maria il libro è carino ma le è piaciuto di più il film.
A Cristina il romanzo è piaciuto molto. L’Autore è uno scrittore minore, per alcuni versi un po’ datato. Ciò
non toglie che il libro sia interessante, gradevole e colorito in un quadro particolare, quello dell’America
Latina. La riduzione della poesia a metafora, che può non essere condivisa, si spiega benissimo
nell’accostarsi profondamente umano del personaggio di Neruda al giovane illetterato, umile ma sensibile.
Anna Rita lo giudica molto poetico, alcune frasi in particolare.
Enzo definisce il volume assai godibile, specie per l’impagabile vivacità dei dialoghi fra i personaggi, ricchi di
fine humour, di concreto realismo e anche di poesia.
Francesca dice che il romanzo le è piaciuto molto. E’ delizioso e divertente e vi ha ritrovato alcune cose
delle sue esperienze per aver vissuto abbastanza a lungo in sud America. Il racconto viaggia nella
dimensione del sogno e si chiude con la notazione “amaro”. Il caffè che beve il protagonista alla fine: i sogni
si rimettono nel cassetto. La lettura è facile e molto molto gradevole. Anche surreale. Bello il tratteggio di
Neruda scorbutico che si apre a un personaggio umile come Mario.
A Caterina non è piaciuto. Per lei è riduttivo considerare la poesia come espressione metaforica di
qualcosa. Non le è piaciuto il dilungarsi dell’Autore su certe situazioni e descrizioni troppo puntuali. L’unico
pregio, secondo lei, è che il romanzo è breve. Pur avendolo letto tre volte, è rimasta con l’impressione di un
pasticcio in cui ci si mette di tutto.
Serenella dice che è piacevole soprattutto all’inizio, ma la storia in sé è poca cosa. C’è un passo di
descrizione della natura esageratamente lungo. Il film secondo lei è molto più bello, e letto dopo aver visto
il film, il romanzo si rivela una delusione.
Fabrizio nota la presenza di tante pennellate interessanti: frasi, gesti significativi che restano impressi.