L'eleganza del riccio
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L'eleganza del riccio
di Muriel Barbery
Data: 14 gennaio 2009
Presenti: Guido, Marina, Serenella, Cristina, Caterina, Salvatore, Enzo,
Fabrizio e Francesca
Titolo libro: L'eleganza del riccio
Autore: Muriel Barbery
Commenti:
Durante la prima riunione si era deciso di strutturare gli incontri come scambio
di impressioni e opinioni maturate da ciascuno leggendo un libro scelto
insieme. Caterina era stata designata come “facilitatrice” degli incontri. In
quell’occasione si era scelto il libro di Muriel Barbery “L’eleganza del riccio”.
Oggi perciò Caterina presenta il libro, che ha trovato interessante e ricco di
spunti di riflessione, originale per l’alternarsi delle voci delle due protagoniste:
Paloma, la ragazzina, e la portinaia Renée.
Fabrizio ha letto con piacere il libro. Ha notato tra gli altri un messaggio
particolare: l’insofferenza per l’ipocrisia, che si esprime nell’osservazione di
Paloma: Cos’altro si può fingere? di fronte al ridicolo litigio della madre con una
signora in un negozio.
Per Caterina è possibile cogliere il messaggio di fondo del testo, attraverso i
personaggi. Renée è il “riccio”, Paloma è “la porta” del riccio, gli altri
personaggi aiutano a capire questi due. Si coglie l’insicurezza dell’uomo nei
confronti di ciò che è esterno, il tendere verso una bellezza che sempre però
sfugge.
Il palazzo dove abitano Paloma, e Renée è un microcosmo di “zombi”; intorno
c’è il tempo che non si ferma, ma Renée e Paloma cercano di fermarlo.
A Cristina il libro è piaciuto: ha notato molte piccole cose: l’importanza delle
sensazioni, come la vista dei fiori del cortile che riaccende nel ragazzo ferito da
tristi esperienze un senso di familiarità e di speranza, l’amica di Renée, con la
sua saggezza pratica e il suo affetto sincero. Quanto al messaggio del libro, per
lei c’è una constatazione significativa all’inizio: molte persone sono incapaci di
cogliere il senso della vita… Questa riflessione rimanda alla fine, in cui si capisce
che Renée ha trovato questo senso salvando il clochard a costo della propria
vita e salvando nello stesso tempo anche Paloma.
Anche Enzo condivide questa interpretazione: l’epilogo è per lui
“sorprendentemente felice”, pur nella sua tragicità.
Sottolinea l’importanza del terzo personaggio-chiave del libro, il giapponese
Ozu, che determina l’incontro tra le due protagoniste, fin allora sconosciute
l’una all’altra, che si svelano così a se stesse e al loro banale contorno umano.
Anche per Cristina il giapponese che sembra un “deus ex machina”, è quello
che è aspettato, sia da Renée che da Paloma, che mandano sempre dei
segnali.
Salvatore, che ha letto il libro in tre giorni, ne ha avuto un’impressione
generale di ricchezza di spunti, su cui intende ritornare. Il libro gli ha fatto
venire in mente un film: il mondo di Amélie, forse perché anche qui la
protagonista guarda il mondo con in cuore quelle domande fondamentali. E’ poi
la stessa società francese, che in quegli anni cerca nell’Oriente le risposte a
interrogativi sempre più coinvolgenti, di fronte ai quali si avverte la necessità
di nascondersi.
Un passo che lo ha colpito è quello di Renée che guarda il quadro in casa di
Ozu: un’impronta dell’eternità.
Serenella dice di sentirsi ammirata della ricchezza di impressioni che il libro ho
prodotto nel gruppo e della capacità di esprimerle da parte di ciascuno. Da
parte sua ha notato molto ben descritti i caratteri e messa in evidenza la
difficoltà esistenziale di entrare nelle persone.
Anche Guido condivide questi giudizi e rileva l’interesse dell’intreccio e della
penetrazione psicologica dei personaggi, anche delle due figure principali,
indubbiamente un po’ paradossali.
Caterina conclude sottolineando un giudizio, condiviso da tutto il gruppo, sulla
qualità della scrittura, che risulta molto piacevole.
Francesca e … non hanno potuto esprimere alcun giudizio sul libro, perché non
essendo presenti al primo incontro, non avevano potuto leggere il libro. Sono
stati incuriositi dagli interventi degli altri e si ripropongono di leggere "L’eleganza del riccio”.
Per il nuovo incontro, che si terrà il 18 febbraio prossimo, suggeriscono la
lettura de “La luna e i falò” di Cesare Pavese.
Tutti d’accordo: Ci si saluta, dopo una gradevole tazza di tè e un piccolo dolce.