Acciaio
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Acciaio
di Silvia Avallone
Data: 25 ottobre 2010
Presenti: Bianca, Fabrizio, Caterina, Cristina, Serenella, Guido, Miriam, Enzo
Titolo libro: Acciaio
Autore: Silvia Avallone
Commenti:
A Caterina il libro è piaciuto. L’autrice non si perde in chiacchiere. La trama è molto
semplice, tratta dell’adolescenza tormentata. Le ricorda Pratolini. Le ragazzine
protagoniste sono ben delineate. La realtà descritta è abbastanza evidente, non solo
nei luoghi poveri: è una realtà vicina a noi. Ha letto il libro rapidamente e volentieri.
Enzo condivide definendo la situazione del romanzo descritta bene, in modo
attraente, anche se è squallida come si presenta dalle prime pagine. C’è un po’ di
enfatizzazione sull’ambiente oppresso dalle acciaierie, in cui la vita risulta schiacciata
da questa presenza. Secondo lui c’è anche un po’ di enfatizzazione ideologica.
L’ambiente è piatto; i giovani, nonostante qualche sprizzo di ideali, ricadono sempre
nelle solite cose. Ma trova in questo libro arte vera, si è sentito ricreato. Ha trovato un
cielo nuovo.
La prosa è scattante, precisa, attraente, anche se dolorosa, per esempio nel caso della
morte di Alessio, che però è accennata, non descritta.
Gli è piaciuto il finale dove domina l’Elba, quest’isola che si presenta sempre sullo
sfondo in vari modi, lucente o brumosa, o minacciosa… forse è un simbolo delle
aspirazioni di questi giovani.
Oltre a Pratolini (anche lui toscano come l’Autrice), il libro gli ha ricordato il romanzo
dei minatori di Zola.
Per Caterina il romanzo di Zola è molto più cupo.
Anche Miriam ha pensato a Zola di Germinal, ma ha trovato una differenza abissale.
La lettura di questo libro è stata per lei molto diversa: ha trovato la scrittura banale,
noiosa. Le è sembrata l’ennesima operazione del Premio Strega che ha puntato sulla
problematica adolescenziale che affascina il lettore con una serie di cose che ora
vanno di moda. La scrittura in sé proprio non l’ha emozionata.
Cristina dice che la lettura l’ha presa, anche se la prosa è molto faticosa (cita alcune
frasi di p. 15). Anche lei è dell’opinione che ci siano ammiccamenti a quello che può
attirare l’attenzione: p. es. l’uso non necessario della parolaccia: non c’ è il minimo
segnale di sincerità in questi personaggi che le sembrano caricaturali. I caratteri non
hanno evoluzione. Nessuno qui conta per nessuno. Tutto è squallido e immobile,
senza speranza. Ha letto facilmente il romanzo, ma non le è piaciuto, anche per come
è scritto.
Bianca ha letto il libro con interesse anche a motivo dell’età dell’autrice (26 anni
come sua figlia). Vi si tratta una realtà che esiste se guardiamo al recenti efferato
delitto di cui sono piene le cronache. Ha notato come vi si descrive benissimo il
contrasto tra le due donne, una che si occupa di politica, è sempre aggiornata ecc. e
la donnetta che viene dalla Calabria.
Fabrizio confessa che avrebbe voluto abbandonare la lettura a p. 181, dopo aver
letto la minuziosa descrizione, secondo lui superflua e noiosa, di come è viene
apparecchiata la tavola. Lo ha colpito negativamente la descrizione della classe
operaria come fatta tutta di gente che ruba e commette altri crimini, per loro non c’è
riscatto.
Serenella dice di aver letto il libro volentieri perché la scrittura le è apparsa
scorrevole. Secondo lei la maggioranza dei giovani oggi è purtroppo così come viene
descritta nel libro. Quelli che hanno i figli che non sono così, che credono in qualcosa,
sono fortunati, ma la gran parte è ben diversa. Del resto nel romanzo ci sono anche
spunti di certi valori p. es. nei rapporti tra fratello e sorella. Quando le due ragazze si
rincontrano, la descrizione centrata sul loro sguardo, è molto efficace. C’è qualcosa di
positivo. L’autrice secondo lei ha dei momenti molto validi. Le è piaciuto il finale e
l’Elba che le è sembrata molto bella. I caratteri delle due madri sono ben delineati.
Si apre a questo punto un’animata discussione sulla realtà dei giovani di oggi.
Caterina racconta episodi della sua lunga carriera di insegnante ed esprime
un’opinione abbastanza pessimista, condivisa peraltro da Serenella che ha al suo
attivo molte esperienze analoghe.
Cristina contesta l’idea che la maggioranza dei ragazzi oggi sia così degradata e
Miriam sostiene che i giovani hanno sempre fatto uso di droghe.