L'arte della gioia - Biblos Monterosi

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L'arte della gioia

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L'arte della gioia

di Goliarda Sapienza

Data: 21 luglio 2010

Presenti: Caterina, Bianca, Enzo, Cristina, Fabrizio, Serenella, Annarita, Elisabetta, Guido e Marina

Titolo libro: L'arte della gioia

Autore: Goliarda Sapienza

Commenti:

Caterina inizia dicendo che il libro le è piaciuto per la capacità dell’autrice di caratterizzare i personaggi. La scrittura è molto difficile. Il libro ricorda le grandi saghe come i Malavoglia nella sua espressione della “sicilianità”. L’arte della gioia, secondo lei è l’arte di affermarsi: la protagonista vive una vita da trampoliere. Abile e truffaldina, diventa cinica perché in realtà non lo è. Come mamma è amorevole. Cade sempre in piedi nella sua grande capacità di sopravvivere. Senza codici morali. La conclusione per Caterina è molto bella.

Serenella dice che il libro non le è piaciuto. Lo ha trovato molto faticoso. Ha individuato quattro parti nel testo: 1. Ricordi di infanzia a frammenti ma precisi. La protagonista è egocentrica e ipocrita. Compie anche degli omicidi senza il minimo rimorso. 2. Nella seconda parte emergono motivi molto romantici, ma c’è un contrasto tra realismo e romanticismo nei pensieri e nei comportamenti della protagonista, che domina tutto e tutti. 3. Comparsa di Jo verso cui Mody esprime una dolcezza molto finta. Infatti la stronca. 4. Le varie vicende dell’ultima parte, secondo Serenella, sono finalizzate a dimostrare che la protagonista è l’unica che sa capire, che sa educare.

A Fabrizio il libro è piaciuto tantissimo, ha visto l’immagine dell’autrice che lo impressionato. Lo ha colpito il modo di amare descritto nel libro, erotico, ma non volgare o gratuito. Il modo di raccontare, a volte in prima e a volte in terza persona, dice quanto l’autrice ami il personaggio di Modesta. Essa ha una grande capacità di comprendere, nel senso di abbracciare. Certa di essere lei a dominare gli eventi, vuole vivere a fondo ogni esperienza e non soccombere mai a quello che le accade. Annarita si chiede: Modesta emerge, ma a che prezzo? E’ una mafiosa dall’A alla Z. Non mi piace il modo con cui si è imposta. Per Fabrizio in certi casi il fine giustifica i mezzi Annarita: all’inizio il libro mi interessava, poi ho fatto una fatica tremenda per continuare a leggere. Certe cose mi sono piaciute, ma l’impressione finale è negativa. Bianca considera la scrittrice molto brava, ma osserva che il fine potrebbe giustificare i mezzi nel caso del bene della collettività, come nella Resistenza. Qui la protagonista è sempre egocentrica, anche nell’amore. Uccide per interesse, ama se stessa e gli altri per interesse. Domina la sua vita e il suo destino e non si cura d’altro.

Annarita dice che in un libro le piace entrare un po’ dentro e sentire qualcosa. Qui non ha sentito niente.

Cristina: Ne ho letto una metà, ma voglio leggerlo tutto perché mi affascina. La protagonista è spinta da un istinto di sopravvivenza enorme. E’ un personaggio, è drammatica. Si sente di dover proteggere tutti quelli che le sono intorno. Lei è vera quando sta con i suoi amanti. Per gli omicidi, lei è costretta a compierli… Vuol essere a tutti i costi diversa. E’ un personaggio che inquieta e affascina. Mi piace molto com’è scritto il libro. I dialoghi sono un po’ difficili e ci sono frequenti salti nel tempo. I personaggi sono ben caratterizzati.

Enzo esprime la sua opinione che è di perplessità. Penso, dice, che questo dipenda dal fatto che si possono apprezzare dei pregi, da un lato, e dall’altro molti difetti. Nella letteratura ci sono diverse figure di donne memorabili, quale sembra voler essere la protagonista, come Didone, Emma Bovary ecc., però questi personaggi sono sempre stati contenuti nei limiti di una vera umanità. Il personaggio di Modesta, invece, è gonfiato straordinariamente. Nella scrittura mi sembra un difetto la prolissità dei dialoghi, spesso battibecchi stucchevoli. I personaggi sono ben caratterizzati, ma introdotti all’improvviso, cosa che disturba, come il passare continuo dalla prima alla terza persona. Forse il libro è autobiografico. Comunque questa donna è amorale o immorale, non mi sarebbe piaciuto incontrarla. Inoltre c’è faziosità politica anarchica. Non so se definirlo un grosso romanzo con molti pregi o un grande romanzo con grossi difetti.

Caterina non trova l’autrice faziosa politicamente.

Per Marina una chiave di lettura interessante di questo romanzo può essere la teoria “mimetica” del desiderio di R. Girard. La protagonista è estremamente mimetica in senso girardiano, agisce in uno stato di rivalsa continua nei confronti delle sue origini misere e di tutti i modelli che essa imita, domina e distrugge. E’ un po’ cannibale, deve affascinare per impadronirsi dell’essere di chi ama. Deve sedurre e seduce tutti, compreso il figlio. L’unico che però rimpiange, alla fine, è il giovane nazista che lei non ha sedotto e che tanto più le appare desiderabile in quanto irraggiungibile. Nel creare questo personaggio, penso ci sia dell’autobiografia in quanto l’autrice vuole dipingere attraverso il personaggio di Modesta un ideale un po’ farneticante di se stessa: sempre bellissima, sempre desiderata, inimitabile perché padrona dell’arte della gioia.
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