L'isola del tesoro - Biblos Monterosi

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L'isola del tesoro

BIBLIOTECA > Gruppo di lettura > 2013
L'isola del tesoro

di Robert Louis Stevenson

Data: 17 aprile 2013

Presenti: Anna Rita, Serenella, Fabrizio, Maria, Ida, Enzo, Guido, Marina

Titolo libro: L'isola del tesoro

Autore: Robert Louis Stevenson

Commenti:

Serenella dice, che, nonostante da piccola abbia letto moltissimi libri d’avventura (tutto Salgari), non aveva mai letto L’isola del tesoro. Allora le era sembrato difficile e troppo elaborato. Oggi considera soprattutto il fatto che i personaggi sono brutti, sporchi e sempre ubriachi. Molto crudeli. La prima parte l’ha letta senza entusiasmo per questi motivi; la seconda parte è andata meglio e in fondo il libro le è piaciuto. Le descrizioni sono molto efficaci e precisa la ricostruzione dell’abbigliamento e del paesaggio.

Ida osserva che non c’è attenzione per la natura dell’isola, che appare arida, ostile, brutta, mentre ci si aspetterebbe un ambiente lussureggiante. L’attenzione è soprattutto per il mare.

Enzo fa notare che l’Autore parla di “quell’orrenda isola in cui non tornerò mai più”.

Ida dice che lo stile del romanzo è puntuale ma faticoso. La caratterizzazione dei personaggi è efficace. Qualche sprazzo di umanità appare qua e là, sia pur raramente. Il protagonista è ambiguo, altalenante tra il bene e il male, gli altri sono più definiti. L’amore per il mare trapela nelle descrizioni e nell’uso abbondante di termini marinareschi.

Enzo: L’Autore stesso ha concepito questo libro come una sceneggiatura: una serie di quadri costruita a freddo, a tavolino. E’ il periodo della gloria dell’Impero britannico. Ci sono i “buoni”, i borghesi, e i poveracci che devono sottostare e difficilmente possono redimersi. Molto diverso è il romanzo francese del periodo. Comunque lo trovo interessante, mi è piaciuto rileggerlo perché ne avevo un ricordo un po’ strano. Fabrizio aggiunge che si legge facilmente. Da giovane, dice, aveva trovato difficoltà, non riusciva ad andare avanti. Si rallegra di essere “maturato” rispetto ad allora. Trova però i personaggi un po’ superficiali. Tra tutti nota anche lui l’ambiguità di Long John Silver.

Ida fa sapere che originariamente il libro era stato intitolato “Il cuoco di bordo”, perché il protagonista era proprio questo personaggio. Poi il titolo è stato cambiato, perché il cuoco entra in scena soltanto nell’ottavo capitolo.

A Maria è piaciuto soprattutto l’inizio. Ha trovato eccessivo l’uso dei termini marinareschi, che le ha fatto pensare a un manuale di nautica. L’ha impietosita il personaggio di Ben Gunn, il pirata un po’ pazzo che viene abbandonato.

Enzo considera Jim un personaggio un po’ esagerato: le sue imprese sono inverosimili.

Fabrizio ricorda il vecchio film tratto dal romanzo e si discute sull’opportunità di vedere prima un film e poi leggere il libro, o viceversa. Nel secondo caso si ha spesso una delusione. Eccezioni ci sono, una per tutte Via col vento.

Anna Rita e Marina concordano nel definire questo libro molto grigio, in confronto a Salgari, tanto “colorato”. Quest’atmosfera cupa dà un senso di estraneità.
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