Il Maestro e Margherita
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Il Maestro e Margherita
di Michail Bulgakov
Data: 13 febbraio 2012
Presenti: Serenella, Guido, Caterina, Anna Rita, Fabrizio, Cristina, Enzo, Francesca,
Marina
Titolo libro: Il Maestro e Margherita
Autore: Michail Bulgakov
Commenti:
Caterina. Non le è piaciuto: lo ha trovato pesante e ripetitivo, affollato di personaggi che non si riesce a ricordare. E’ un
libro dei paradossi, e per Caterina i paradossi non fanno narrativa. Anche se è stata incuriosita dalla capacità dell’Autore di
superare le barriere temporali, l’intento sembra quello di mostrare che la lotta tra il bene e il male è una costante, ma non le ha
detto niente di più.
Anna Rita suggerisce a Caterina di guardare scene del film su You Tube. A lei è successo di essere stata spinta
a leggere il libro in questo modo e di averlo trovato interessante. Caterina ammette che questo sia possibile perché nel film gli
effetti scenici descritti nel libro debbono risultare più evidenti. Afferma comunque che nel libro solo alcuni flash la hanno
coinvolta.
Per Serenella il romanzo rappresenta una allegoria mistico-religiosa, ma lo trova troppo farraginoso e pesante. La
letture le è stata faticosa.
Fabrizio dichiara che il libro non gli è piaciuto. Le varie definizioni: satira politica, mistico religioso ecc.
non lo hanno convinto. Sostiene di non averci capito niente.
Anna Rita sottolinea questa visione del diavolo che premia in un
modo rocambolesco. Una sorta di rivalsa: il diavolo sistema tutto in modo particolare, esagerato. Per lei è positivo.
A Cristina il
libro è piaciuto proprio perché è paradossale. E “tosto”. Un libro in cui si soffre, si fatica. E’ ammirevole il libro contorto, sia per
chi lo scrive che per chi lo legge. E’ un libro unico, per cui è famosissimo. Mette a nudo tutte le cose.
Caterina si chiede perché ci
sia questo raccordo con Ponzio Pilato.
Cristina spiega che si trattava del manoscritto criticato che il Maestro non era riuscito a
pubblicare e per il quale era stato perseguitato.
Enzo si associa nel giudizio a Cristina ed Anna Rita. Trova il libro straordinario,
unico come la Divina Commedia. La Mosca di Bulgakov gli ricorda molto l’Inferno dantesco ed anche i quadri di Hyeronimus
Bosch, peni di creature fantastiche, mostri. I vizi umani sono puniti in modo sorprendente. In questo mondo della tirannide, in
questo regime oppressivo sono ritratti personaggi grotteschi: mediocri. Affaristi, pomposi, fanatici. Ricorda la citazione di Goethe
posta da Bulgakov all’inizio del romanzo: io sono quella forza che sempre il male vuole e sempre il bene fa, come impronta
dell’opera. Ha letto il libro molti anni fa e ricorda che allora lo trovava bizzarro, caustico, esagerato. Ora pensa che si trattasse del
fatto che non era in grado di capire il motivo, il significato di quelle apparenti stranezze. Sottolinea nel finale del libro le parole di
Ponzio Pilato: chi era? C’è un approccio religioso in chiave caricaturale.
Anna Rita dice di aver apprezzato il personaggio di Ivan, il
giovane poeta che si trova immerso in queste vicende sconcertanti e alla fine smette di scrivere poesie.
Francesca ricorda di aver
trovato il libro difficile: il linguaggio è abbastanza ostico. Osserva che l’analisi dei contenuti e la capacità del linguaggio di
comunicare sono molto diversi per tutti, particolarmente in casi come questi, in cui il linguaggio è abbastanza ostico.
Marina
ricorda di aver letto il libro sentendo dentro di sé a mo’ di colonna sonora la “notte sul Monte Calvo di Mussorski”. Il testo è
molto russo, secondo lei. Le è piaciuto e non l’ha trovato pesante ma molto coinvolgente nella sua paradossalità. E’ un libro che
andrebbe riletto per i diversi piani in cui si articola. Anche per lei, come per Anna Rita, un personaggio molto importante è Ivan,
per il quale tutta la storia è un processo di formazione, come nei classici Bildungsroman: non a caso è presente Goethe, non solo
per il suo Faust.