Il bambino con i petali in tasca - L'anno della lepre
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Il bambino con i petali in tasca
di Anosh Irani
L‘anno della lepre
di Arto Paasilinna
Data: 8 gennaio 2014
Presenti: Guido, Serenella, Caterina, Maria, Anna Rita, Fabrizio, Enzo,
Marina
Titolo libro: Il bambino con i petali in tasca
Autore: Anosh Irani
Titolo libro: L'anno della lepre
Autore: Arto Paasilinna
Commenti:
Anna Rita racconta che appena ha iniziato a leggere il libro ha trovato delle somiglianze con la
storia del suo nipote adottivo che viene da Calcutta, e ha sperato che il protagonista del
romanzo ritrovasse il padre. La storia è molto dura, soprattutto nel finale, anche se il libro si
legge bene perché è ben scritto.
Anche per Maria la storia è molto dura, però il bambino protagonista vede tutto in positivo.
Sente la voce di una bambina e gli viene in mente una città fantastica, meravigliosa. Anche
secondo lei il libro è scritto molto bene.
Fabrizio aggiunge che gli è piaciuta la scena in cui il bambino corre dietro a una carrozza e
vede delle mani: si aspetta che si sporgano per aiutarlo.
Serenella nota che il racconto è leggero, poetico. Il bambino le sembra privilegiato, perché
educato con amore; ha fiducia negli altri, anche nei meno affidabili. Le vicende le sembrano
comunque un po’ esagerate. Nota le analogie del libro con un altro che ha letto: Il quaderno
azzurro, ambientato anche questo in India. Tutte e due le storie sono raccontate in modo
lieve.
Caterina trova angosciante la descrizione di tutte le brutture in cui viene a trovarsi il
bambino. Anche se egli insegue il sogno di una città felice, questo sogno non riesce a coprire il
male. Il bambino cerca di non lasciarsi contaminare dal male. Il romanzo è la descrizione
cruda di una realtà terribile. Non le è piaciuto, nonostante sia tradotto bene. Per lei è molto
lontano da Il cacciatore di aquiloni a cui è stato paragonato.
Enzo è d’accordo: per lui il testo unisce la crudezza anche gratuita dei particolari a una
poeticità vaga. Non c’è una conclusione precisa, sembrerebbe che manchino dei capitoli. Il
libro si fa leggere, non annoia, ma non c’è neanche una trama. Esprime una sorta di fatalismo
orientale che lascia un po’ perplessi.
Fabrizio lamenta la mancanza di note esplicative dei termini indiani.
Enzo aggiunge che il ragazzo pensa in continuazione: appare molto più grande della sua età. Il
suo rapporto con la direttrice è positivo, però poi cessa. Tutta la storia lascia la bocca amara.
Caterina conclude che forse il messaggio del romanzo è che in quelle condizioni, in quella
società, non c’è fanciullezza e non c’è adolescenza.
Enzo passa parlare del L’anno della lepre. Questo libro è stato sicuramente più gradevole. Un
altro esotismo, nordico questa volta. Ricco di episodi stupendi, a cominciare dalla lepre che
sta in tasca dell’uomo. Gli è piaciuto quest’uomo che decide di uscire dalla routine, di sfuggire
alla moglie. Gli è piaciuta la storia della caccia all'orso che termina con l’arresto da parte della
polizia sovietica. I personaggi sono interessanti, la natura è descritta nei particolari. Vi si
trovano pagine di humour inglese. La tragedia si mescola alla commedia com'è tipico di
questi scrittori nordici.
Anna Rita ricorda di aver letto un altro libro dello stesso autore: L’allegra apocalisse, che
trovato particolare, anche se un po’ lungo.
Enzo definisce questa Finlandia che fa da sfondo al romanzo un paese affascinante. Esoticità
del Nord. Anche la popolazione è interessante.
Anche Anna Rita ha trovato affascinante la Finlandia. A lei il romanzo è piaciuto moltissimo;
una lettura molto molto divertente.
Maria condivide queste opinioni e cita alcuni personaggi particolari dalle strane attività.
Serenella ricorda alcuni episodi divertenti come quello dell’uomo con la ruspa e quello del
banchetto; sottolinea la strana amicizia tra lepre e uomo e la fuga dalla vita normale
apparentemente facile. Anche lei giudica il romanzo molto divertente.