Fate il vostro gioco
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Fate il vostro gioco
di Antonio Manzini
Data: 11 febbraio 2019
Presenti: Serenella, Caterina, Fabrizio, Annarita, Franca, Enzo, Marina
Titolo libro: Fate il vostro gioco
Autore: Antonio Manzini
Commenti:
Caterina ha trovato il romanzo piacevolissimo, al di là delle parolacce che fanno parte del modo di esprimersi
dei personaggi. Questi sono ben tratteggiati e le vicende interessanti. La vita personale del Commissario entra
nel racconto per flash, delicatamente.
Serenella concorda nel giudicare il libro piacevole. Ricorda che fa parte della serie di Rocco Schiavone. A lei
il personaggio è antipatico, un po’ romanaccio, greve. Tutta la serie TV è così. Il personaggio più simpatico è
Gabriele, il ragazzino. Il romanzo, comunque, si legge volentieri.
Fabrizio dice che il Commissario gli ha ricordato il Commissario di Centocelle che conosceva bene: era uguale.
Dice di aver fatto l’errore di paragonare questo giallo ai polizieschi di una volta (Agatha Christie ecc.), in cui
era centrale l’enigma che poi veniva svelato attraverso i vari indizi. Anche Fabrizio considera carinissimo il
personaggio di Gabriele.
Anna Rita dice che le è piaciuto ma non lo ricomprerebbe.
Franca considera strana la sciatteria del protagonista nel suo modo di vivere. Poiché ama i cani ha apprezzato
il grande amore del personaggio per la sua lupa.
Enzo osserva che il libro si presenta come un poliziesco, ma secondo lui si potrebbe meglio definire come
“romanzesco”. Questo perché le indaginisi riducono ad accenni scarsi e sporadici, mentre prevalgono le tante
vicende private, sia del protagonista che dei suoi gregari. L’Autore stesso chiarisce che il Commissario prende
i suoi casi come sfide personali che deve affrontare e risolvere “per difendere il suo ego, per affermare, in
qualche modo, di essere ancora vivo.” La scoperta di una banda di truffatori che opera nel locale Casinò è
opera della manovra di Schiavone e dei suoi agenti truccati da personaggi eccentrici. L’ambiente (che
richiama il Giocatore di Dostoevskij) all’origine del titolo e l’epilogo strano quanto inatteso, fanno del libro
un vero romanzo, più che un giallo tradizionale. La lettura è comunque gradevole, il testo ben scritto, con
punte di bonario umorismo.